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In Venetia: [Francesco di Leno ?], 1559

di Federica Fabbri
«Ma il ricercare e il pubblicare i documenti non basta; bisogna ancora saperne fare buono e giudizioso uso, affinché servano a rischiarare, non a confondere la verità. E questa conoscenza non si acquista che dopo lungo, vario e assiduo studio che avvezzi l’occhio a ben vedere, e l’intelletto a ben giudicare»
Gaetano Milanesi (1866)

L’edizione del 1559 si colloca esattamente dieci anni dopo la stampa della princeps, uscita dai torchi ferraresi di Giovanni Buglhat e Antonio Hucher (EDIT16 CNCE 61443), e due anni dopo quella veneziana degli eredi di Giovanni Padovano (EDIT16 CNCE 60341), di cui riprese tanto la forma del nome dell’autore – Christofaro di Messisbugo –, quanto il titolo Libro novo, comprensivo della parte relativa al taglio delle carni, utilizzato per la prima volta sul frontespizio dell’edizione del 1556 di Giovanni Dalla Chiesa (EDIT16 CNCE 65442): Aggiontoui di nuouo, il modo di saper tagliare ogni sorte di Carne, & Vccellami. Con la sua Tauola ordinata, oue ageuolmente si trouerà ogni cosa. Come per tutte le edizioni successive al 1556, anche in quella del 1559 questa parte è assente, pur figurando sul frontespizio.
Quinta edizione dell’opera di Messisbugo stampata nell’arco di soli dieci anni, a testimonianza della grande fortuna del manuale composto dallo scalco estense (per una panoramica di tutte le edizioni cinquecentesche si rimanda alla sezione (‘Il Libro novo in tipografia’), presenta sul frontespizio (c. A1r) e nel colophon (c. Q3r) il solo riferimento al luogo (Venetia; Vinegia) e alla data di stampa, su entrambe le carte espresse in numeri romani; si tratta, dunque, di una cosiddetta edizione sine nomine, mancante del nome dello stampatore/editore.
L’edizione si colloca cronologicamente subito dopo quella degli eredi di Giovanni Padovano, alias la moglie Giovanna e i figli; essendo questi ancora minorenni alla morte del padre nel 1553, la vedova diede in gestione l’azienda a Francesco Di Leno, che già vi lavorava dal 1551 e che ne divenne proprietario nel 1558, acquisendo macchinari e materiale presenti nell’officina. Originario di Leno presso Brescia, fu attivo a Venezia fino al 1570; a lui sono riconducibili 51 edizioni, su molte delle quali ricorre la marca della Temperanza, rappresentata come una donna che versa l’acqua da un’anfora all’altra, entro cornice e non, accompagnata dai motti Medium tenuere beati e Reclusa esta ianua vitae credenti Christo; la stessa marca, ma solo con il primo motto, fu usata anche dagli eredi di Giovanni Padovano.
Tra le edizioni recanti nel colophon la sottoscrizione di Di Leno ne figura una proprio del Libro novo di Messisbugo datata al 1564. Questa edizione reca peraltro sul frontespizio la stessa vignetta xilografica stampata in quella del 1559, raffigurante la scena di un banchetto. L’incisione, nell’insieme essenziale e scarsamente curata nei particolari, ben lontana dalle ricercate xilografie già all’epoca impiegate nelle edizioni stampate non solo in laguna, quasi una xilografia ‘di prima maniera’, presenta un tratto del tutto assimilabile a quelle prodotte oltralpe, in particolare in area germanica, come si evince dai volti e dai panneggi dei personaggi raffigurati. La
deliziosa vignetta di anonimo incisore, ma quasi certamente non di origini italiane, si ritrova solo nelle due edizioni del Libro novo del 1559 e 1564, il ché lascia pensare che possa essere stata commissionata dallo stesso Di Leno appositamente per le due edizioni dell’opera di Messisbugo, in cui all’allestimento di un banchetto è dedicata tutta la prima parte. Questo elemento e l’avvicendamento alla direzione dell’officina tipografica dei Padovano fanno dunque ipotizzare che anche l’edizione del 1559 sia stata stampata dallo stesso Di Leno, che ancora per essa impiegò il Corsivo di Colonia 100, un italico di ispirazione aldina che, anche se non inciso a Colonia, comparve per la prima volta in edizioni stampate in questa città, come le Elegantiae vocabulorum ex Lauren. Valla, Frontone (…) del 1525 (VD16 M 6199; esemplare della Bayerische Staatsbibliothek di Monaco: https://reader.digitale-sammlungen.de/resolve/display/bsb10185465.html).

Infine, un breve accenno al corpus di iniziali presenti nell’edizione del 1559, proprie di gran parte della produzione a stampa del Cinquecento:
iniziali parlanti – n. 14 (cc. A2r, A3r, B1r, C5v, C8r, D1v, D3r, D8r, E1v, E3r, E4v, E7r, E8r, L5v);
iniziali a motivi vegetali – n. 6 (cc. I4v, K7v, L3r, M5v, N8r, P1v);
iniziali arabescate a cordami intrecciati – n. 3 (cc. B7r, C3v, D5v);
iniziali con ritratto – n. 3 (cc. D4r, D6v, M3r);
iniziali figurate – n. 1 (c. E6v);
iniziali semplici – terza parte del Libro novo (da c. E8v in numero variabile su ogni pagina).